Presentazione della classe e del progetto.

Salve a tutti! Siamo la classe IV B del Liceo Socio Psico Pedagogico dell'Istituto "Vincenzo Almanza" di Pantelleria composta da 15 alunni, 4 ragazzi e 11 ragazze. Ciò che ci ha spinti a partecipare al progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Unità, Nazione, Costituzione” è stato il nostro interesse verso i valori del nostro Paese.

Inizialmente, quando la professoressa Stefania Bongiorno ci ha fatto la proposta di partecipare al concorso, eravamo un po’ perplessi poiché non avendo mai partecipato ad un progetto di tale importanza eravamo sprovvisti di informazioni. Ma con l’aiuto della professoressa e della nostra unione siamo riusciti a dar vita alle nostre idee. Abbiamo cominciato a raccogliere tutte le informazioni indispensabili al fine di realizzare un blog utilizzando una metodologia ormai oggi sfruttatissima quale internet è. Ci siamo riproposti di aggiungere quante più informazioni possibili circa i 150 Anni dell'Unità d'Italia, dando a tutti i lettori del nostro blog la possibilità di conoscere, scoprire e approfondire le vecchie e le nuove conoscenze riguardo il nostro paese. Questo è reso possibile dal fatto che avrete la possibilità di leggere e commentare con curiosità tutto ciò che da noi verrà pubblicato, e porre domande alle quali saremo lieti di rispondere =)

Sperando che questo nostro piccolo spazio sia di vostro gradimento, vi auguriamo una buona lettura, la classe IV B.

giovedì 3 marzo 2011

Quanto è rigida la Costituzione Italiana?

Benchè gran parte degli italiani sia probabilmente convinta del contrario, di tutte le costituzioni moderne prese di solito a paragone, la nostra è la più facile da cambiare. In Germania, per esempio, non c'è scampo: tutte le modifiche devono ottenere il consenso di alemeno 2/3 dei membri delle Camere. Così anche in Portogallo, in Giappone, che inoltre vuole l'approvazione del popolo tramite referendum, e in Belgio, dove è previsto che siano elette nuove Camere prima della votazione finale della riforma. Anche in alcuni paesi nordici, come la Norvegia, la Svezia e la Danimarca, sulla falsariga della Costituzione rivoluzionaria francese del '91, è previsto che il Parlamento che propone una riforma costituzionale venga sciolto e sia rinviato alle nuove Camere l'approvazione finale, e spesso aggiungono anche l'approvazione diretta del popolo con il referendum. Così anche in Grecia, dove sono previste due deliberazioni successive delle "vecchie" Camere e una delle "nuove", imponendo comunque, prima o dopo, che sia raggiunta la maggioranza dei 3/5 dei deputati. In Spagna le riforme richiedono la maggioranza almendo dei 3/5 dei membri delle Camere, ma per le riforme più importanti è prescritto che le due Camere votino a maggioranza dei due terzi, siano poi sciolte, indette le elezioni e convocate le nuove Camere, che devono riapprovare ancora con la stessa maggioranza la proposta di riforma - proposta che, infine, deve essere sottoposta a referendum. negli Stati Uniti gli emendamenti devono passare attraverso un doppio filtro, quello del Congresso e quello dei parlamenti degli Stati membri, e le maggioranze richieste variano, tra proposta e approvazione finale, dai 2/3 ai 3/4 dei voti (si pensi che l'approvazione del XXVII emendamento della Costituzione americana ha richiesto un procedimento durato più di due secoli!). Solo in Francia è possibile cambiare la Costituzione con voto a maggioranza semplice delle due Camere, ma occorre anche l'approvazione del popolo tramite referendum: questo può essere evitato solo se le camere, convocate a congresso dal Presidente sella Repubblica, approvano la proposta a maggioranza dei 375 dei voti validi.
E in Italia? La nostra Costituzione prevede un procedimento forse un po' macchinoso, ma per nulla difficile. La via principale per modificare la Costituzione è il consenso di uno schieramento così vasto di forze politiche da ripetere le stesse condizioni di compromesso tra le diverse componenti politiche che hanno consentito a questa Costituzione di nascere. Però, per non rendere troppo difficile il meccanismo e per non regalare a minoranze parlamentari relativamente piccole il potere di veto, si è prevista anche la possibilità che la modificazione della Costituzione sia voluta e decisa dalla sola maggioranza di Governo, salvo la possibilità delle opposizioni di ricorrere al corpo elettorale. Se spesso è così difficile modificare la Costituzione italiana, le cause non sono giuridiche, ma solo politiche.

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