Presentazione della classe e del progetto.

Salve a tutti! Siamo la classe IV B del Liceo Socio Psico Pedagogico dell'Istituto "Vincenzo Almanza" di Pantelleria composta da 15 alunni, 4 ragazzi e 11 ragazze. Ciò che ci ha spinti a partecipare al progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Unità, Nazione, Costituzione” è stato il nostro interesse verso i valori del nostro Paese.

Inizialmente, quando la professoressa Stefania Bongiorno ci ha fatto la proposta di partecipare al concorso, eravamo un po’ perplessi poiché non avendo mai partecipato ad un progetto di tale importanza eravamo sprovvisti di informazioni. Ma con l’aiuto della professoressa e della nostra unione siamo riusciti a dar vita alle nostre idee. Abbiamo cominciato a raccogliere tutte le informazioni indispensabili al fine di realizzare un blog utilizzando una metodologia ormai oggi sfruttatissima quale internet è. Ci siamo riproposti di aggiungere quante più informazioni possibili circa i 150 Anni dell'Unità d'Italia, dando a tutti i lettori del nostro blog la possibilità di conoscere, scoprire e approfondire le vecchie e le nuove conoscenze riguardo il nostro paese. Questo è reso possibile dal fatto che avrete la possibilità di leggere e commentare con curiosità tutto ciò che da noi verrà pubblicato, e porre domande alle quali saremo lieti di rispondere =)

Sperando che questo nostro piccolo spazio sia di vostro gradimento, vi auguriamo una buona lettura, la classe IV B.

mercoledì 23 marzo 2011

Un pò di cucina....

...COM’E’ CAMBIATA LA CUCINA ITALIANA IN 150 ANNI DI CULTURA GASTRONOMICA!

La riunificazione? Nel piatto, prima che sui campi di battaglia. La cucina come collante più forte di qualsiasi ideologia e cartina di tornasole di costumi sociali, economia, storia e cultura di una nazione. Se questo vale per l’Italia, è ancora più vero per la Sicilia, terra in cui una vera identità si scopre, forse, solo a tavola. Tutto comincia dallo sbarco dei Mille. Quando Garibaldi arriva a Marsala l’11 maggio del 1860 non trova ad accoglierlo quella folla festante di cui parlano i libri di storia. Sbarcato al porto di Marsala a quasi tre km e mezzo dal centro del paese, l’unica cosa che gli premeva fare era andarsene al letto per poi riprendere il cammino verso l’interno dell’isola all’alba. Anche l’eroe dei due mondi doveva mangiare. Quella sera a Marsala di cibo non ce n’era. Non c’era nemmeno pane, perché i panettieri erano scappati nelle campagne. Le camicie rosse così aprirono i forni e fecero il pane per le truppe. A Garibaldi non restò che l’ospitalità di una famiglia del posto. Quella sera il generale gustò un piatto semplicissimo. Uova sode, salame, una sorta di pasta fritta e dei fichi secchi. Se è vero che, alla fine, mangiamo quello che più ci assomiglia, la “sostanziosa” grezza semplicità degli ingredienti di quella cena non avrebbe potuto rappresentare meglio la concretezza caratteriale e il senso pratico del generale. Ma quello che folgorò Garibaldi quella sera non fu una promessa di fama imperitura nella storia d’Italia, quanto un bicchierino di Marsala che la famiglia gli offrì a fine pasto. Il Marsala gli piacque molto. Dopo due anni tornò a Palermo, ormai da ospite, dai Florio. Lì chiese nuovamente quel Marsala. Non fu difficile trovarlo. Era un vino non filtrato, dolce, un po’ grezzo che gli piacque ancora una volta tantissimo. I Florio, allora, inventarono in suo onore il famoso “Garibaldi dolce”, un tipo di Marsala che tutt’oggi si produce”. Da quel Marsala il viaggio gastronomico della Sicilia è stato lungo – 150 anni- e, per certi versi, anche tortuoso. Ci volevano i 150 anni dall’Unità di Italia perché il Marsala, diventasse un vino internazionale al pari, dei suoi più conosciuti cugini iberici Jerez, Porto e Madeira. Il Marsala, così, fu battezzato come il vino simbolo dell’unità Italiana.

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